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La Gilda all’assessore: «Impugnate la riforma»

La Nuova Sardegna 13 agosto 2015Davanti alla corte costituzionale
La Gilda all’assessore: «Impugnate la riforma»
 
SASSARI Un attacco frontale all’Ufficio scolastico e un appello alla giunta.
La Gilda Insegnanti rimprovera a Francesco Feliziani, capo dell’Usr, di non aver chiesto adeguamenti di organici.
Mentre al governatore Pigliaru e all’assessore Firino fa una richiesta che suona come un ultimatum: «La Regione impugni la legge di riforma davanti alla Corte costituzionale come ha fatto la Puglia».
«Allo stesso Miur è apparso sorprendente che il fabbisogno e della seconda regione più vasta, colpita dal maggiore tasso di dispersione scolastica, fosse pari a zero, caso unico nazionale», attaccano i dirigenti della Gilda Maria Domenica Di Patre, vicecoordinatrice nazionale, e Gianfranco Meloni, responsabile regionale.
 
Ai sindacalisti appare «inaccettabile che una spregiudicata gestione di spending review asimmetrica possa essere giustificata col tasso di natalità, come sostenuto da Feliziani».
«Il ministero non ha avuto difficoltà a concedere 23 cattedre in deroga al Molise, 313mila abitanti, tasso di natalità più basso d’Italia e conseguente decremento di alunni. Come ne ha concesse 28 alla Basilicata, 575mila abitanti, tasso demografico inferiore alla nostra isola».
Di una deroga, per il sindacato, avrebbero beneficiato «molteplici situazioni di sofferenza quotidiane».
 
«Incomprensibile» appare poi alla Gilda l'ottimismo del capo dell’Usr sul piano assunzioni. Soprattutto visto che «almeno 2mila docenti precari sardi saranno costretti a fare le valigie». Infine, la Regione. Della quale Di Patre e Meloni ricordano d’aver denunciato «in diverse sedi la sostanziale latitanza sulla riforma scolastica».
«Ora – concludono – ci permettiamo così di suggerire all'assessore Firino di non cadere nella trappola del muro di gomma d’interlocuzioni nel quale sono specializzati Pd e governo per anestetizzare la protesta. Impugni invece, e subito, la legge dinanzi ai giudici della Consulta». (pgp)
 
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Ricordiamo ai lettori del nostro sito che sulle pagine de La Nuova di ieri il direttore Feliziani aveva manifestato la propria soddisfazione per la situazione della scuola sarda, nella quale evidentemente, non ravvisava significative criticità.
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La Nuova Sardegna - 12 agosto 2015
Il capo dell’Usr parla delle nuove immissioni e assicura: «Inizio anno regolare»
Feliziani: «Mille passano di ruolo»

di Pier Giorgio Pinna - SASSARI «Le cose vanno meglio degli anni scorsi: stiamo per risolvere gli ultimi ostacoli».

Nonostante proteste e sit-in, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale è fiducioso sulla partenza regolare delle lezioni ovunque nell'isola il 14 settembre. «A metà settimana saremo già in grado di avere il quadro esatto di tutte le cattedre di ruolo: orientativamente le nuove sono quasi mille», spiega Francesco Feliziani.

Natalità zero. «Da noi la riduzione dei posti in organico di fatto sarà percentualmente inferiore di 4 volte al decremento degli studenti, calati per ragioni demografiche di quasi 2.600 unità - aggiunge - E ci saranno centinaia d'insegnanti in più per il sostegno in ogni provincia. Perdiamo solo un'ottantina di persone tra tecnici, ausiliari, amministrativi. Ma sono pronto, per garantire eventuali sedi dove possano sorgere difficoltà, a fare uso dei miei poteri discrezionali con idonee deroghe».

Posizioni distinte. Feliziani interviene poi sul pericolo che molti prof e maestri siano costretti a lasciare l'isola per trovare occupazione in altre regioni. E si allinea sotto questo profilo alle posizioni ministeriali: «Io sono laziale e svolgo la mia attività in Sardegna. Posso capire. Ma in tutto questo non c'è nulla di disdicevole, anzi. Bisogna rendersi conto che stavolta si va a lavorare con un contratto stabile e a tempo indeterminato. Senza più vincoli triennali. E con la prospettiva di maturare diritti per poter poi rientrare».

Qualcuno però sostiene che con un dimensionamento scolastico diverso le cattedre in Sardegna avrebbero potuto esserci: non è così? «Assolutamente no: sarebbe come confondere le pere con le mele – replica il dirigente – Perché i due fenomeni non sono collegati: una cosa sono gli insegnanti di ruolo, un'altra i supplenti. Io per esempio confermo di essere stato l'unico in Italia a non richiedere più posti per l'organico di fatto, e quelle sarebbero state eventualmente cattedre destinate ai supplenti». Domande. Qual è allora il quadro sui posti di ruolo?

«Stiamo completando il monitoraggio per il Miur – chiarisce ancora Feliziani – La nuove immissioni dipendono in parte dall'esigenza di coprire i posti di chi è andato in pensione, ma soprattutto da un particolare fondamentale sul quale colpevolmente si tace: per la prima volta è stata fatta la copertura a tempo indeterminato di tutti i posti di diritto 2015-2016». E quindi? «Quindi c'è stato il via libera a coprire il 100% dei posti vacanti disponibile, assicurando così quasi il doppio delle immissioni in ruolo: non è certo poco».

«Devo precisare – puntualizza – che per alcune cattedre, per esempio nel sostegno, a causa della mancanza di titoli e di richieste d'insegnanti sardi saremo costretti a ricorrere al livello nazionale». Il concorsone.

Neppure le pubbliche denunce dei vincitori delle maxi-selezioni 2012 scuotono la fermezza di Feliziani. «Si sapeva in partenza che il numero dei posti selezionati era prestabilito e che non esistono graduatorie a scorrimento o simili – afferma – L'anno scorso alcuni non inseriti nella prima fase sono stati in qualche modo recuperati. Oggi tutti i sardi sono stati assunti: tranne 117, 110 dei quali destinati all'insegnamento dell'educazione tecnica alle medie, un numero di persone enorme per la graduatoria regionale». Interventi. Eppure loro protestano comunque: dicono che con l'organico potenziato i posti ci sarebbero stati. «Ma questo è un ragionamento astratto: siamo convinti che sia necessario riempire tutti gli istituti dell'isola di docenti di educazione tecnica e non rafforzarli invece con colleghi che insegnano tante altre materie?», replica il dirigente.

Non senza ribadire alla fine: «Non ho chiesto risorse aggiuntive solo perché la situazione oggi è migliore del passato: il dimensionamento è adeguato e la rete scolastica è stata razionalizzata in modo da andare incontro alle esigenze di tutti».

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