di Pier Giorgio Pinna - SASSARI «Le cose vanno meglio degli anni scorsi: stiamo per risolvere gli ultimi ostacoli».
Nonostante proteste e sit-in, il direttore dell'Ufficio scolastico regionale è fiducioso sulla partenza regolare delle lezioni ovunque nell'isola il 14 settembre. «A metà settimana saremo già in grado di avere il quadro esatto di tutte le cattedre di ruolo: orientativamente le nuove sono quasi mille», spiega Francesco Feliziani.
Natalità zero. «Da noi la riduzione dei posti in organico di fatto sarà percentualmente inferiore di 4 volte al decremento degli studenti, calati per ragioni demografiche di quasi 2.600 unità - aggiunge - E ci saranno centinaia d'insegnanti in più per il sostegno in ogni provincia. Perdiamo solo un'ottantina di persone tra tecnici, ausiliari, amministrativi. Ma sono pronto, per garantire eventuali sedi dove possano sorgere difficoltà, a fare uso dei miei poteri discrezionali con idonee deroghe».
Posizioni distinte. Feliziani interviene poi sul pericolo che molti prof e maestri siano costretti a lasciare l'isola per trovare occupazione in altre regioni. E si allinea sotto questo profilo alle posizioni ministeriali: «Io sono laziale e svolgo la mia attività in Sardegna. Posso capire. Ma in tutto questo non c'è nulla di disdicevole, anzi. Bisogna rendersi conto che stavolta si va a lavorare con un contratto stabile e a tempo indeterminato. Senza più vincoli triennali. E con la prospettiva di maturare diritti per poter poi rientrare».
Qualcuno però sostiene che con un dimensionamento scolastico diverso le cattedre in Sardegna avrebbero potuto esserci: non è così? «Assolutamente no: sarebbe come confondere le pere con le mele – replica il dirigente – Perché i due fenomeni non sono collegati: una cosa sono gli insegnanti di ruolo, un'altra i supplenti. Io per esempio confermo di essere stato l'unico in Italia a non richiedere più posti per l'organico di fatto, e quelle sarebbero state eventualmente cattedre destinate ai supplenti». Domande. Qual è allora il quadro sui posti di ruolo?
«Stiamo completando il monitoraggio per il Miur – chiarisce ancora Feliziani – La nuove immissioni dipendono in parte dall'esigenza di coprire i posti di chi è andato in pensione, ma soprattutto da un particolare fondamentale sul quale colpevolmente si tace: per la prima volta è stata fatta la copertura a tempo indeterminato di tutti i posti di diritto 2015-2016». E quindi? «Quindi c'è stato il via libera a coprire il 100% dei posti vacanti disponibile, assicurando così quasi il doppio delle immissioni in ruolo: non è certo poco».
«Devo precisare – puntualizza – che per alcune cattedre, per esempio nel sostegno, a causa della mancanza di titoli e di richieste d'insegnanti sardi saremo costretti a ricorrere al livello nazionale». Il concorsone.
Neppure le pubbliche denunce dei vincitori delle maxi-selezioni 2012 scuotono la fermezza di Feliziani. «Si sapeva in partenza che il numero dei posti selezionati era prestabilito e che non esistono graduatorie a scorrimento o simili – afferma – L'anno scorso alcuni non inseriti nella prima fase sono stati in qualche modo recuperati. Oggi tutti i sardi sono stati assunti: tranne 117, 110 dei quali destinati all'insegnamento dell'educazione tecnica alle medie, un numero di persone enorme per la graduatoria regionale». Interventi. Eppure loro protestano comunque: dicono che con l'organico potenziato i posti ci sarebbero stati. «Ma questo è un ragionamento astratto: siamo convinti che sia necessario riempire tutti gli istituti dell'isola di docenti di educazione tecnica e non rafforzarli invece con colleghi che insegnano tante altre materie?», replica il dirigente.
Non senza ribadire alla fine: «Non ho chiesto risorse aggiuntive solo perché la situazione oggi è migliore del passato: il dimensionamento è adeguato e la rete scolastica è stata razionalizzata in modo da andare incontro alle esigenze di tutti».
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