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UNA SCUOLA DI VECCHI, DA SETTEMBRE SOLO 49 VANNO IN PENSIONE

la_nuova_04_04_2013_mini.jpgUna scuola di vecchi da settembre solo 49 vanno in pensione

Di Patre (Gilda): colpa della Fornero, prima erano 300 Si riducono così anche le speranze di centinaia di precari

“Scatto” sbloccato, mille euro in più negli stipendi

Spuntano fuori con il contagocce, ma per fortuna, nel mondo della scuola, ogni tanto ci sono anche le buone notizie. E in questo caso, la lieta novella avrà anche un influsso sullo stipendio dei docenti. «Dopo tante battaglie al ministero –spiega, infatti, Maria Di Patre – con Cisl, Uil e Snals, siamo finalmente riusciti a ottenere che venisse sbloccato il secondo scatto di anzianità nello stipendio degli insegnanti. Era bloccato da tre anni». E in questi tre anni, la vicecoordinatrice nazionale Gilda, ne ha discusso tante volte nel corso di vertici piuttosto animati al ministero dell’Istruzione. «Finalmente – commenta Maria Domenica Di Patre – anche questa del secondo scatto è stata davvero una dura battaglia, ma siamo riusciti a spuntarla. Perché gli insegnanti sono una categoria già molto provata da altri provvedimenti, non era davvero il caso che continuassero a subire anche questa ennesima ingiustizia. Con lo sblocco del secondo scatto, adesso, negli stipendi avranno un aumento medio netto di 1000 euro all’anno , più 4000 euro in più sulla buonuscita». (v.g.)

di Valeria Gianoglio wNUORO Sarà una scuola di vecchi. Solo 49 insegnanti, dice la Gilda, a fronte dei 300 dell’anno scorso, a causa della riforma Fornero, andranno in pensione a settembre tra Nuoro e provincia. E si riducono sempre più al lumicino le possibilità di avere un sano ricambio generazionale tra le cattedre e l’immissione in ruolo di centinaia di precari storici reduci da anni di pellegrinaggi tra istituti ai confini dell’impero. C’è chi va da Orosei a Isili, da Siniscola a Perdasdefogu, da Nuoro a Gergei.
E si riducono per diverse, tristissime, ragioni, dirette o meno: 114 nuovi tagli di cattedre previsti nell’isola dal prossimo anno scolastico, i circa 150 docenti di ruolo del Nuorese che in queste ore stanno compilando la domanda per tentare di essere riassegnati alle scuole di appartenenza invece che continuare a fare i pendolari per centinaia di chilometri, e i pochissimi pensionamenti, per l’appunto.

Eccole qui, dunque, le ragioni per le quali nell’immediato futuro e a meno di stravolgimenti, anche la scuola barbaricina sarà una scuola popolata sempre più da anziani, con pochissimo spazio per gli insegnanti più giovani e per i precari, e con scarsa considerazione dell’esperienza di chi finora ha fatto centinaia di supplenze, sobbarcandosi viaggi lunghi senza adeguata contropartita. Maria Domenica Di Patre è da anni, ormai, che queste ingiustizie le combatte tutti i giorni in un continuo via vai tra i vertici romani del ministero e la sede nuorese della Gilda.

A volte, le battaglie si concludono con un bel successo, come nel caso dello sblocco degli scatti di anzianità negli stipendi dei docenti, di decine di ricorsi per trattenute illegittime, di scuole salvate dai tagli impietosi. Altre volte, invece, tocca fare i conti con un muro più difficile da scalare, ma non per questo si rimane con le mani in mano. «Quello che sta accadendo in questi giorni ha davvero del paradossale – spiega la vicecoordinatrice nazionale della Gilda e coordinatrice provinciale per Nuoro – il ministro Profumo, anche se dimissionario, ha assunto alcune decisioni che danneggiano gravemente la scuola. Ha introdotto anche la prova nazionale selettiva per i cosiddetti Tfa speciali. Si tratta dei corsi ai quali partecipano gli insegnanti precari che vogliono acquisire l’abilitazione per accedere ai concorsi per entrare in ruolo». La prova nazionale introdotta dal ministro, infatti, non terrà conto, né darà peso agli anni di esperienza che hanno accumulato gli aspiranti ai corsi.

Ma non basta. «Il ministro Profumo – aggiunge Maria Di Patre – ha proposto alle scuole anche la sperimentazione per togliere un anno dalle scuole, fare due anni in uno. Finora la Sardegna non ha accettato, ma altre scuole in Italia lo stanno facendo. Il punto è che il ministro non l’ha proposta per fini didattici, ma solo per risparmiare posti. E noi l’avverseremo fino in fondo. Ma l’altro grosso problema è che tra nuovi tagli e pensionamenti ridotti al lumicino, c’è sempre meno posto per i precari. Ci sono i supplenti, poi, che non vedono una busta paga da mesi a causa di una mancata comunicazione tra le loro scuole e il ministero. Combatteremo anche questa ingiustizia. Giovedì ne discuteremo a Roma».

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