Dimensionamento scolastico, cronaca di una morte annunciata

La delibera della Regione Autonoma Sardegna n. 46/25 del 22 dicembre 2023 chiude in un colpo solo 42 scuole sulle superstiti 270 della nostra Isola.

Un intervento che agisce come un lanciafiamme su una foresta già martoriata da ripetuti incendi.
Nel 2010 le autonomie scolastiche della nostra regione erano 387. Nel 2024 saranno 228. Un dimezzamento del tutto sproporzionato al pur grave problema dell'inverno demografico. 
Un intervento tanto più brutale laddove agisce indiscriminatamente su aree con una densità abitativa di 25 abitanti per kmq, la maggior parte del territorio regionale, se si escludono alcune aree urbane costiere. 
Un intervento che ha il sapore di un'eutanasia, per una scuola sarda i cui indicatori di salute sono ormai noti a tutti.
La nostra Isola è ai margini della realtà nazionale ed europea, quanto a dispersione scolastica, qualità degli apprendimenti, percentuale di laureati. 
Il piano inclinato di questi indicatori è perfettamente simmetrico a quello che rappresenta il taglio alle scuole.
È giusto, anche se doloroso, riconoscere che la capacità di reazione del mondo della scuola e della società civile all'aggressione del diritto all'istruzione è ridotta al lumicino.
Inutile è stata la manifestazione del 10 novembre e purtroppo non sono serviti a granché gli sforzi dell'ultimo momento, comunque apprezzabili, profusi da alcune realtà locali col coinvolgimento di studenti, famiglie, cittadini, spinti da un'ultima impaurita speranza, come una fiacca jacquerie postmoderna, condannata dall'isolamento e dall'assenza di sponde politiche.
Da questi giacimenti di energia sociale, tuttavia, bisogna ripartire immediatamente, se non altro per dimostrare ai nostri giovani che hanno scelto la battaglia giusta, nonostante la temporanea sconfitta. 

Gianfranco Meloni
Coordinatore Gilda Sardegna