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Spostata con figlio disabile docente vince il ricorso

Spostata con figlio disabile vince il ricorsoAssistita dai legali della Gilda, una insegnante ottiene di nuovo la sede a Nuoro
Maria Di Patre: «È stata una battaglia di civiltà, abbiamo ristabilito la giustizia»
Spostata con figlio disabile docente vince il ricorso

 

di Valeria Gianoglio- NUORO

Un bimbo di tre anni con un handicap grave e una richiesta costante di attenzioni, cure e assistenza, una cattedra come insegnante ottenuta, dopo tanto impegno e pazienza, in una scuola elementare nuorese, a due passi da casa.

Sembrava che le cose, almeno sul fronte del lavoro, avessero preso finalmente la giusta direzione, per una docente nuorese di 44 anni.

Fino a quando, nello scorso mese di giugno, le è arrivata la doccia fredda che non si sarebbe mai aspettata: al momento di assegnare le cattedre e stabilire le sedi di lavoro per il nuovo anno scolastico, infatti, la docente, assunta in ruolo nel 2015, si è vista scavalcare, in graduatoria, da un'altra docente che usufruiva della legge 104 perché risultava tutore legale di una prozia del marito, e si è vista costretta a spostarsi di sede e ad andare a Fonni.

C'è voluto un ricorso contro il ministero dell'Istruzione, l'assistenza costante del sindacato Gilda, della vice-coordinatrice nazionale, Maria Domenica Di Patre, del coordinatore regionale Gianfranco Meloni, e degli avvocati Michele Bonetti, Silvia Antonelli e Santi Delia, ma alla fine, nei giorni scorsi, il giudice del lavoro del tribunale di Nuoro, Tiziana Longu, ha stabilito un principio che per tanti avrebbe dovuto già essere evidente: nell'assegnare le sedi per gli insegnanti, il genitore di un bambino disabile ha precedenza rispetto al tutore legale di un anziano, per giunta nemmeno parente di sangue.

Eppure, nell'assegnare le sedi di lavoro per il nuovo anno scolastico - quello cominciato nello scorso settembre - l'ufficio scolastico provinciale sia all'insegnante che si lamentava sia ai coordinatori della Gilda, aveva risposto che non c'era nulla da fare: per l'ex Provveditorato la precedenza, nell'assegnare le sedi e considerare le richieste di mobilità, andava all'insegnante che risultava tutore legale della prozia del marito.

Agli avvocati della Gilda, tuttavia, sono bastate due udienze davanti al giudice del lavoro per spuntarla contro il ministero dell'Istruzione e le sue propaggini territoriali, e così facendo hanno ottenuto anche una ordinanza che sancisce la vittoria, su tutta la linea, per la docente che era stata spostata da Nuoro, pur avendo un bimbo di 3 anni con gravi disabilità motorie.

L'insegnante ha ottenuto, con effetto immediato, il ritorno a Nuoro. «Il ricorso avanzato - scrive nella sentenza il giudice del lavoro, Tiziana Longu - è fondato e va accolto». Il giudice ha stabilito che, oltretutto, la docente che aveva la tutela legale di una prozia del marito, non aveva mai allegato un documento che attestasse «il mancato ricovero in una struttura specializzata» dell'anziana.

Anche per questo motivo è venuta meno, per la docente, la necessità di garantire la presenza costante alla pensionata.

Mentre invece, stabilisce, il giudice, la lontananza da casa della docente che ha presentato il ricorso, può costituire «un conseguente pregiudizio della salute psico-fisica del minore».

«È stata una bella vittoria - commenta la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Di Patre - ha finalmente trionfato la giustizia. L'amministrazione ha sbagliato a non considerare bene la norma. Questa sentenza la porterò con me in sede di contrattazione nazionale sulla mobilità: chiederò che il principio stabilito con essa venga specificato meglio anche nel nuovo contratto.

Per evitare che in futuro ci siano altri problemi».

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Ma ancora troppi abusano della 104

«Estendendo il discorso dal singolo caso al fenomeno generale, possiamo dire che come sindacato abbiamo lottato spesso contro un abuso purtroppo molto frequente: quello di chi utilizza la legge 104 in modo improprio, e a volte senza averne alcun diritto. Il principio della legge, sia chiaro, è giustissimo, ma ciò che noi come sindacato contestiamo, sono gli abusi che spesso se ne fanno, perché questi abusi, tra l'altro, rischiano spesso di togliere un diritto sacrosanto a chi, invece, potrebbe godere del beneficio»: la rappresentante sindacale della Gilda, Maria Domenica Di Patre, non usa mezzi termini per andare al cuore del problema. E racconta che anche nel mondo della scuola, come in altri settori, gli abusi legati alla legge 104 ci sono eccome. (v.g.)

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