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Scuola: persi 17 Comuni, caos insegnanti

 
La Nuova Sardegna - 15 marzo 2016 Scuola: persi 17 Comuni, caos insegnanti
Barbagia e dintorni come al solito sono stati i territori più penalizzati dell’isola
 
di Valeria Gianoglio - NUORO - Due comuni, San Teodoro e Budoni, che passano da Nuoro a Sassari, e 15 altri paesi della Barbagia di Seulo, del Sarcidano e della Marmilla, che abbandonano l’ufficio scolastico provinciale del capoluogo barbaricino e diventano di competenza, invece, di quello di Cagliari.
E nel mezzo, decine e decine di insegnanti che da un giorno all’altro si trovano a fare i conti con un’altra provincia e con questo spostamento vedono anche scemare le loro speranze di conquistare una scuola nel territorio che invece avevano scelto perché vicina alla loro casa.
Se non è una vera rivoluzione, insomma, poco ci manca: si chiama ripartizione per “ambiti territoriali”, è prevista dal decreto sulla cosiddetta “buona scuola” ed è la ridistribuzione delle scuole di un certo territorio all’interno di confini che corrispondono più o meno alle vecchie province ministeriali.
Ognuno degli ambiti, in base alla legge, non potrà avere una popolazione scolastica superiore ai 40mila studenti.
La definizione di questi nuovi ambiti è importante per i docenti perché cambierà anche il modo nel quale gli stessi insegnanti verranno assegnati nelle loro sedi: chi vorrà cambiare scuola, e magari avvicinarsi al suo paese di residenza, da adesso in poi non potrà più compilare una domanda nella quale indica le sue preferenze tra gli istituti, ma dovrà indicare, invece, l’ambito territoriale al quale appartiene e sperare che un preside gli proponga un contratto.
Con gli ambiti territoriali, infatti, scatta la tanto contestata chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici.
Nelle ultime settimane, a Cagliari, sindacati e ufficio scolastico regionale si sono incontrati proprio per discutere dei nuovi ambiti territoriali nei quali sarebbero state ridistribuite le scuole sarde e la provincia di Nuoro, come spiega la Gilda presente all’incontro, è stata uno dei territori più penalizzati: perde 17 comuni.
«San Teodoro e Budoni – spiega il coordinatore regionale del sindacato Gilda, Gianfranco Meloni – transitano dall’ufficio scolastico provinciale di Nuoro a quello di Sassari, mentre 15 comuni del Sarcidano, della Marmilla e della Barbagia, tra cui Isili, Nurri e Seui, passano dall’Usp di Nuoro a quello di Cagliari. E in questo cambiamento, ci sono diverse situazioni paradossali come il caso di Ussassai che pur non ricadendo nella provincia di Cagliari, fa parte dell’istituto globale di Seui che, viceversa, ricade in questa provincia e deve essere spostato da Nuoro».
Ma il vero caos ricade tutto sulle spalle dei docenti.
In teoria, infatti, come spiega la Gilda, gli insegnanti coinvolti dovrebbero poter decidere di conservare la propria titolarità nella vecchia provincia nella quale rientravano, ma in pratica non avranno questa possibilità perché, spiega il sindacato, «non è stata predisposta una specifica sequenza contrattuale che consenta di gestire la situazione senza costringere nessuno a trovarsi titolare, obtorto collo, nella provincia “sbagliata”. Nessuna richiesta di deroghe o interventi straordinari, d’altro canto, è pervenuta alla Regione dall’amministrazione scolastica, regionale o nazionale, per cui tutti i docenti interessati al meccanismo si ritroveranno titolari di una provincia senza averla mai veramente scelta».
«La provincia di Nuoro è stata dunque fortemente ridimensionata – spiega la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre – e decine di docenti si trovano spostati da un giorno all’altro in un’altra provincia e perdono la speranza di un trasferimento vicino a casa.
La provincia di Nuoro, insomma, perde un sacco di posti titolari e di questo ne ho parlato recentemente con il direttore scolastico regionale, Francesco Feliziani, anche se la colpa di tutto è della legge 107 e dell’ultimo contratto sulla mobilità che noi come Gilda, infatti, non abbiamo firmato. Porterò comunque la questione al ministero e daremo battaglia».
 
La Nuova Sardegna 15 marzo 2016«I commissari avranno compensi da fame, nonostante la delicatezza del lavoro»
Concorso, paghe da un euro all’ora
NUORO Non solo questione dei nuovi ambiti territoriali: a scatenare le preoccupazioni e la rabbia di centinaia di docenti, in queste settimane, è anche il prossimo concorso per gli insegnanti.
«Nessuna informazione – spiegano infatti il coordinatore regionale della Gilda, Gianfranco Meloni e la vicecoordinatrice nazionale, Maria Domenica Di Patre – è attualmente disponibile circa la ripartizione, per la Sardegna, del contingente nazionale, mentre per quanto riguarda l’organizzazione logistica, è in atto anche nella nostra regione la ricognizione delle aule disponibili per la prima prova “computer based” che sarà organizzata in contemporanea in varie sedi su tutta l’isola».
Conoscere per tempo questa informazione, secondo la Gilda, non è cosa da poco, visto che non tutti i partecipanti sardi al concorso potranno sostenere le prove in Sardegna ma molti di loro, in particolare per materie della scuola superiore, dovranno spendere diversi soldi per spostarsi nella Penisola: là dove, come dice la Gilda, si è deciso di accentrare le prove per risparmiare denaro.
E sempre nel nome del risparmio, aggiungono Meloni e Di Patre – saranno le retribuzioni previste per i docenti che saranno impegnati nelle commissioni concorsuali.
Poiché il bando del nuovo concorso stabilisce una tempistica precisa per lo svolgimento degli scritti (150 minuti) e degli orali (45 minuti a candidato), calcolando almeno 20-30 minuti per la correzione di un compito, un commissario che debba giudicare almeno 100 candidati, sarà impegnato presumibilmente per una media di 50 ore per la correzione e 75 per gli orali».
E non finisce qui, evidentemente: secondo i conti fatti dalla Gilda, infatti, «alle 125 ore, si devono poi aggiungere almeno 10 ore per le riunioni di commissione e per la sorveglianza alle prove. In tutto, insomma, si tratta di 135 ore di lavoro qualificato.
A conclusione del concorso, con soli 100 candidati, un commissario prenderà 259 euro lordi pari a 1,9 euro per ogni ora. Si tratta di una vera miseria a fronte del lavoro delicatissimo che svolgeranno». (v.g.)
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