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RIFORMA SCUOLA INFANZIA E PERIODO 0/6 ANNI, MOLTISSIMI I PUNTI OSCURI

scuola_infanziaOggi si è tenuto un ulteriore incontro in sede MIUR tra l'amministrazione e le OO.SS. sull'analisi e valutazione delle deleghe che accompagnano la legge 107/2015.
L'incontro odierno era sulla delega inerente la riforma zero-sei anni che dovrebbe ridisegnare l'assetto del servizio dei nidi e della scuola dell'infanzia.
L'amministrazione, rappresentata dal direttore generale Di Giacomo, dall'ispettrice Silvestro, dalla Direttrice di dipartimento Palumbo e, per la parte politica, da Giacomo Tizzanini (in rappresentanza del sottosegretario Faraone), senza presentare alcuna documentazione o proposta applicativa della delega, si è limitata a prendere atto delle osservazioni delle OO.SS. impegnandosi, dopo le proteste delle delegazioni in merito alle modalità di questa "fase di ascolto", a definire in futuro tavoli tecnici per entrare nel merito operativo della delega.
Di fatto in questa fase si è fatto riferimento al testo della legge 107 e alla proposta Puglisi 0-6 anni depositata al senato nel 2014.

La delegazione della Gilda ha evidenziato le seguenti osservazioni critiche:

La delegazione della Gilda ha espresso con veemenza il suo sconcerto circa la mancata partecipazione degli insegnanti della scuola dell'infanzia al piano straordinario di assunzioni , fatto giustificato dal governo dall'imminente approvazione della delega sul sistema integrato 0-6.
E' sicuramente positivo che il governo prenda in considerazione una nuova collocazione dei nidi all'interno di percorsi formativi complessivi togliendoli dal segmento dei servizi a domanda individuale, ma ciò non deve far venir meno la specificità in ordine sia ai livelli gestionali che professionali degli insegnanti e degli operatori dei due settori 0-3 e 0-6;
In particolare la delega parla di "servizio integrato" introducendo addirittura momenti di compresenza tra educatori e insegnanti della scuola dell'infanzia. Ciò preoccupa perché configura, nell'assenza di una chiara specificità dei due percorsi, una sorta di funzione unica degli insegnanti che potrebbero essere collocati indifferentemente nei nidi e nella scuola dell'infanzia;
Lo stesso concetto di servizio integrato 0-6 anni, così come è stato inserito nelle deleghe della 107, apre di fatto la possibilità di chiedere alle famiglie una quota di partecipazione alle spese del servizio (quindi anche della scuola dell'infanzia) su tutto l'arco 0-6 mentre ora la partecipazione alle spese del servizio è presente in maniera strutturale, anche con notevoli tariffe, nei nidi comunali, paritari, privati.

La delegazione della Gilda ha dimostrato, sulla base del testo della proposta di legge Puglisi, che per introdurre il sistema integrato a regime servirebbe circa 1 miliardo e mezzo di risorse dedicate. Poiché appare evidente che nella discussione sul DEF e in tutte le proposte di spesa nella legge di stabilità non è previsto un euro per la riforma del servizio integrato, pare una vera e propria beffa quella di aver escluso dal piano di potenziamento la scuola dell'infanzia e ha chiesto all'amministrazione di verificare nel prossimo futuro l'apertura anche parziale del settore al piano straordinario assunzionale.

La Gilda calcola che i tempi tecnici di approvazione di una tale riforma sono sicuramente lunghi (due anni).
La Gilda ribadisce che parlare di servizio integrato penalizza la scuola dell'infanzia poiché essa fa parte del percorso formativo delle cittadine e dei cittadini italiani e pertanto deve essere concepita non come mero "servizio", ma come istituzione integrata nel primo ciclo, fatto stante che i livelli di qualità ed eccellenza che la scuola dell'infanzia ha raggiunto nel nostro Paese sono riconosciuti a livello internazionale.

Nulla osta che il servizio dei nidi, dopo un percorso lungo e virtuoso di professionalizzazione e definizione degli standard possa essere sinergico alla scuola dell'infanzia.
Tutte le OO.SS. hanno inoltre evidenziato che il progetto si scontra con le oggettive difficoltà applicative concernenti la presenza sullo stesso segmento 0-6 di contratti di lavoro differenti aventi per contraenti le OO.SS., i comuni, le scuole paritarie private, senza contare la delega dei servizi di accudienza fatta in parte del territorio nazionale da cooperative private o altri enti privati.

Una riforma del segmento 0-6 dovrebbe prevedere a monte almeno una armonizzazione dei contratti, degli status giuridici ed economici connessi degli operatori e degli insegnanti con il fine di adeguare lo status giuridico ed economico di tutti i docenti a quello statale.

Sino ad oggi il governo sembra non abbia preso in considerazione tali elementi problematici che abbisognano di numerosi tavoli tecnici con l'ANCI e con i rappresentanti delle scuole private paritarie con la riapertura di una specifica sessione contrattuale con le OO.SS.
Nella confusa attuazione della delega mancano infine i riferimenti certi sui controlli degli standard di qualità connessi al servizio offerto (sono fatti dal MIUR con propri ispettori? Sono delegati ai Comuni? Alle Regioni? Agli USR?). Ciò fa presagire l'avvio dei soliti percorsi "sperimentali" con dubbie modalità di controllo e monitoraggio.

 

A questo punto aspettiamo dal MIUR, ma soprattutto dalla parte politica, risposte chiare e precise sui temi oggetto delle osservazioni critiche che sono state riprese da tutte le OO.SS.

La delegazione

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