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UNA CATENA DI INSEGNANTI CONTRO IL NUOVO DECRETO

La Nuova Sardegna - 30 maggio  2015All’iniziativa lanciata dal Fermi aderiscono anche Classico e Liceo pedagogico
Per un’ora docenti e studenti hanno manifestato insieme attorno agli istituti

 
Gli slogan e gli striscioni «Non vogliamo la dittatura ma la cultura» «Sblocca il diritto allo studio e blocca il decreto» «Più sostegno alla scuola»
Maglietta bianca con la scritta d’ordinanza “La scuola appartiene a tutti. No alla buona scuola per pochi”, e fischietto pronto a farsi sentire: un folto gruppo composto da circa un’ottantina di docenti, la sera prima della manifestazione di ieri davanti ad alcune scuole cittadine, ha dato vita a un sit-in in piazza Mameli, davanti all’ex mercato civico. E ha fatto irruzione nel mezzo di uno dei comizi di chiusura della campagna elettorale. È stato l’ennesimo segnale di una rabbia profonda che anche il corpo docente nuorese, così come quello del resto della Penisola, manifesta nei confronti del cosiddetto decreto “buona scuola”. (v.g.)
 
di Valeria Gianoglio - NUORO Flash mob vestiti a lutto, assemblee infuocate, e persino, qualche giorno fa, un volantinaggio fuori dai cancelli delle scuole come non lo si vedeva da tempo immemore, almeno da parte dei docenti. Ma chi pensava che la rabbia degli insegnanti nuoresi contro il decreto Renzi sulla “buona scuola” finisse così, evidentemente si sbagliava di grosso. Ieri mattina, infatti, grazie a una iniziativa partita da alcuni insegnanti del liceo scientifico Enrico Fermi e accolta poi anche da altre due scuole nuoresi come il Classico e le ex Magistrali, nei tre istituti è andata in onda una nuova forma di protesta dai contorni decisamente originali: una catena umana formata da insegnanti, studenti e personale amministrativo che per un’ora circa ha cinto in un mega-abbraccio gli istituti cittadini. Una sorta di barriera, ideale ma non solo, contro quel decreto che in queste settimane sta infiammando gli animi dei docenti di tutta Italia.
 
E gli insegnanti nuoresi, in questa battaglia, sono stati veri protagonisti sin dall’inizio. Sono le 12.30 di ieri quando, al di fuori dei cancelli del liceo Fermi, in via Veneto, cominciano a muoversi i primi manifestanti. Qualche alunno sistema i primi striscioni, un gruppetto di genitori incuriositi li legge uno ad uno, arrivano, alla spicciolata anche gli insegnanti che hanno appena terminato le loro ore di lezione, e pure gli agguerriti componenti della segreteria. C’è chi sfodera la maglietta d’ordinanza che Gilda, Cgil-Flc, Cisl e Snals, hanno stampato in almeno un migliaio di copie, chi rilegge qualche passo del volantino distribuito qualche giorno prima alle famiglie.
 
E chi, come Giuseppe Piu, docente Rsu del Fermi, ricorda il successo del flash-mob della sera prima, in piazza Mameli. Tra tanti che si radunano in via Veneto, c’è anche Maria Luisa Ariu, della Cisl, la coordinatrice provinciale Cgil-Flc, Antonella Cidda, che sostiene i colleghi e ricorda loro della prossima manifestazione di venerdì 5. E la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre, reduce da diversi giorni di battaglia a Roma contro il decreto, spiega che «l’ultima speranza è rappresentata dal Senato, che potrebbe bloccare il decreto. Ne abbiamo discusso questa mattina con il senatore Giuseppe Luigi Cucca, al quale abbiamo consegnato gli emendamenti alla legge. La speranza è che vengano accolti».
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