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La Barbagia boicotta le prove Invalsi

La Nuova Sardegna - giovedì 14 maggio 2015Tra Nuoro e provincia aderisce alla protesta il 70 per cento dei docenti. La Gilda: «Non è battaglia sindacale ma culturale»
 
La Barbagia boicotta le prove Invalsi
 
di Valeria Gianoglio - NUORO - Test bloccati in gran parte delle scuole di Nuoro e provincia, con punte del 100 per cento in diversi paesi come Orani dove le coraggiose maestre non ne hanno fatto passare nemmeno uno, e poi assemblee infuocate di docenti, e una rabbia sorda che monta sempre di più tra il corpo insegnante e si insinua tra aule, corridoi, sale riunione.
Come se non bastasse il decreto sulla “buona scuola”, che recentemente ha agitato gli animi dei professori dell’intero Stivale, adesso, ad accendere la polemica nelle scuole superiori ci pensano i test Invalsi.
E la Barbagia non si tira indietro, anzi, risponde unita e compatta, in queste ore, alla rivolta contro i test per gli studenti che secondo il ministero dell’Istruzione dovrebbero servire a misurare in modo oggettivo ciò che la scuola riesce a produrre.
A Nuoro e provincia, alla protesta anti-Invalsi, in questi giorni ha aderito il 70 per cento del corpo docente delle scuole superiori, mentre nei giorni scorsi il boicottaggio Invalsi ha coinvolto in modo massiccio anche le insegnanti delle scuole elementari.
Molti dei docenti hanno partecipato a due assemblee piuttosto animate organizzate dalla Gilda nell’auditorium dell’istituto Ciusa e gestite dal coordinatore regionale Gilda, Gianfranco Meloni, e dalla docente e sindacalista Paola Mossa.
E altrettanti, dal palco dell’ex Geometri di viale Costituzione, hanno spiegato i motivi che stanno alla base della protesta, e del rifiuto, da parte di tantissimi insegnanti, di somministrare i test Invalsi ai loro studenti. «I test Invalsi – spiega il coordinatore regionale della Gilda, Gianfranco Meloni, che è intervenuto all’assemblea al Ciusa, e la vicecoordinatrice nazionale Maria Domenica Di Patre – intendono misurare oggettivamente il “prodotto istruzione” sfornato dalle singole scuole, senza alcuna distinzione tra contesto socio-economico, varietà dell’offerta formativa e dei programmi svolti, caratteristiche del territorio e, ovviamente, degli alunni.
La Gilda degli insegnanti, e con essa centinaia di docenti nuoresi sono convinti che quella contro i test Invalsi non sia una semplice battaglia sindacale, ma culturale.
Riconosciamo certamente la necessità di una valutazione del sistema scolastico, ma per noi, a differenza di quanto fa l’Invalsi, non bisogna valutare il prodotto, come se tutte le scuole e tutti gli alunni fossero uguali, ma il processo di insegnamento e apprendimento, e la sua reale capacità di ottenere risultati a partire da specifiche condizioni date».
Il boicottaggio dei test Invalsi, nelle scuole del Nuorese, è stato possibile grazie a un espediente: per invalidare i test, infatti, è sufficiente che nelle quattro ore di durata della prova, la vigilanza da parte dei docenti nei confronti degli studenti manchi anche solo per un’ora. Ma nelle assemblee organizzate dalla Gilda, si è parlato anche del dopo-sciopero contro il Ddl “La buona scuola” voluto dal premier Matteo Renzi.
«La nostra battaglia continuerà anche contro il Ddl – spiega Maria Di Patre, che in questi giorni ne sta discutendo proprio a Roma – e anche a Nuoro continueremo a manifestare in tutti modi il disagio e la rabbia di tutti i docenti che si sentono maltrattati e inascoltati».
 
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Il caso
A Orani l’adesione è del 100 per 100
Tra le più agguerrite, nel boicottaggio dei test Invalsi, ci sono state le maestre di Orani.
Piuttosto che vigilare sulle prove, infatti, hanno scelto di partecipare in modo massiccio alle assemblee sindacali convocate dalla Gilda nell’auditorium dell’istituto Ciusa. E come loro, tante altri insegnanti della scuola primaria nei paesi della provincia di Nuoro, Ogliastra compresa, hanno aderito alla protesta contro le prove che ha infiammato tutta l’Italia.
E il boicottaggio, in queste ore, insieme alla protesta contro il ddl “La buona scuola”, corre anche su Facebook, Whatsapp, e su diversi altri social network. L’adesione, anche su questo fronte, è massiccia pure nel Nuorese che conta circa 1600 tra docenti e personale amministrativo nelle scuole. (v.g.)
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