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Undici precari sconfiggono il ministero

la_nuova_sardegna_11_ottobre_2014_mini.jpgUndici precari sconfiggono il ministero
di Valeria Gianoglio
NUORO «È illegittimo che il contratto, di anno in anno, scadesse a giugno», ma è illegittimo anche, sostengono ben due gradi di giudizio, che nonostante tutto il tempo trascorso a insegnare non siano stati inquadrati come docenti di ruolo, con tutti i diritti annessi e la progressione di carriera.

Con una sentenza che risale proprio a questi giorni, anche la corte d’appello di Sassari, dopo il tribunale di Nuoro che si era espresso per il primo grado, ha dato piena ragione a 11 docenti precari di Nuoro e dintorni. Undici insegnanti che stanchi di uno status di precariato cronico, con lavoro e stipendi che immancabilmente ogni anno terminavano a giugno, tempo fa si erano rivolti alla Gilda per denunciare il ministero e chiedere così il riconoscimento dei loro diritti. Il sindacato, con la vicecoordinatrice nazionale Maria Domenica Di Patre, ha sin dall’inizio sostenuto le loro ragioni affidando la causa a un avvocato nuorese che ormai è un vero specialista del settore: Claudio Solinas.

E così, sia in primo grado, sia in secondo grado, grazie al lavoro del sindacato e al ricorso preparato dal legale, per gli 11 precari è arrivata la seconda vittoria. Già in primo grado, l’avvocato della Gilda, aveva chiesto e ottenuto dal giudice del lavoro che venisse riconosciuta l’illegittimità del termine dei contratti degli undici docenti precari chiamati ogni anno per fare i supplenti.
E il giudice aveva dato pienamente ragione al legale e alla Gilda: quella serie sfiancante di contratti a termine da settembre a giugno era illegittima perché non dava diritto a una progressione di carriera, ma lasciva ai precari uno stipendio immutato nel tempo.

«Chiediamo che vengano inquadrati come docenti di ruolo – aveva chiesto il legale – chiediamo il riconoscimento della progressione stipendiale, degli scatti di anzianità, della retribuzione per i mesi estivi di ciascun anno scolastico».
Il tribunale, in primo grado, aveva riconosciuto tutti questi diritti e disposto che il ministero riparasse il danno restituendo la differenza di denaro che gli undici precari non avevano percepito perché licenziati nei mesi estivi.
Il ministero avrebbe dovuto anche ricostruire la carriere dei docenti, con annessi scatti di anzianità. I giudici di appello hanno confermato questa sentenza, senza attendere la pronuncia della Corte di giustizia europea alla quale la Gilda si è rivolta per difendere lo stesso principio.

«Siamo riusciti a rimediare a una grossa ingiustizia – commentano Maria Di Patre e Claudio Solinas – è stata una battaglia di civiltà, prima ancora che una battaglia giudiziaria».

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