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Sciopero della fame per non perdere il posto in cattedra

Sciopero della fame per la cattedra - La Nuova Sardegna - 30 aprile 2018Una delegazione di docenti del Nuorese da giorni è a Roma
«Siamo diplomati e al lavoro da tempo: ci vogliono cacciare»
Sciopero della fame per non perdere il posto in cattedra

Da giorni tiene il filo diretto con la delegazione di insegnanti nuoresi e sardi che stanno protestando a Roma.

E sarà lei, ìl 3 maggio, a perorare la loro causa al tavolo del ministero dell'Istruzione, visto che, in qualità di vicecoordinatrice nazionale della Gilda, è ammessa di diritto al tavolo della trattativa con il dicastero. Maria Domenica Di Patre (foto) ne ha fatte tante, in venti anni esatti con la Gilda, di battaglie per la scuola, ma a questa tiene in modo particolare perché tocca da vicino tante famiglie.

E tra tanti diritti acquisiti, rischia di intaccare anche quello della serenità conquistata dopo tanti anni di precariato.

«Del caso dei diplomati magistrali ne ho parlato a Roma anche la scorsa settimana - spiega Maria Di Patre, alla guida di un sindacato che nel Nuorese rappresenta la percentuale più consistente di docenti - e il 3 maggio sarò di nuovo al ministero per discutere la questione. Sia chiaro: non si possono licenziare gli insegnanti, tantomeno chi è già di ruolo e ha acquisito un diritto dopo tanto impegno e fatica. Il 3 al ministero la Gilda chiederà una soluzione politica che vada incontro alle esigenze di tutti i docenti, nessuno escluso».

(v.g.) di Valeria Gianoglio
NUORO «Stanotte abbiamo dormito in macchina, perché ieri sera hanno cercato di cacciarci via, ma noi non volevamo cedere.

Resteremo qui, a Roma, davanti al ministero dell'Istruzione, continueremo a darci il cambio nel presidio e proseguiremo lo sciopero della fame: lo devono proprio vedere, che ci stiamo consumando per colpa loro.

Ci vogliono licenziare dopo tanti anni di precariato, dopo aver conquistato il posto di ruolo, solo perché vogliono cancellare un diritto acquisito: il diritto a insegnare alle elementari per chi ha il diploma magistrale e tutte le abilitazioni necessarie».

Silvia Mureddu, tra mille pensieri, rabbia e preoccupazioni, la fame non la sente neanche un po'. Insegnante all'istituto comprensivo del suo paese natale, Orani, mamma di tre figli, uno dei quali con una invalidità, un posto fisso conquistato - ricorda - «dopo aver speso tanti anni percorrendo 250 km da Orani per andare a insegnare fuori» - la docente barbaricina è da giorni a Roma insieme a un gruppo agguerrito di altre colleghe sarde e in particolare del Nuorese.

«Abbiamo cominciato lo sciopero della fame - racconta ieri mattina alla vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre che l'ha chiamata per fare il punto della complicata situazione - e non abbiamo alcuna intenzione di cedere, anche se proprio ieri sera ci volevano togliere i permessi per manifestare, ma noi non andremo via di qui senza che prima ci stabilizzino.

Siamo allo sciopero della fame perché non ne possiamo più: siamo reduci da anni di precariato, di ricorsi, di chilometri macinati sulle strade della Sardegna, e proprio adesso che molti di noi avevano ottenuto il posto fisso ce lo vogliono togliere solo perché il Consiglio di Stato, in adunanza plenaria, ha stabilito di fatto che noi diplomati magistrali siamo a rischio di licenziamento e di estromissione dalle graduatorie a esaurimento. Ma stiamo scherzando? Stanno intaccando un nostro diritto acquisito».

«Qui, a protestare a Roma - ricorda Silvia Mureddu - siamo moltissime mamme, e c'è chi, a causa di questa sentenza e decisione, insieme al posto di lavoro rischia anche di perdere l'affidamento dei proprio figli, visto che, in quanto divorziata se non ha uno stipendio, potrebbe perdere pure l'affidamento dei ragazzi.

Per non parlare poi dei mutui a rischio e di tante situazioni delicate». «Al ministero stiamo chiedendo un decreto d'urgenza - spiega Antonella Fadda, docente di Macomer e componente della delegazione nuorese, appena rientrata da Roma - vogliamo un decreto d'urgenza che salvi i docenti di ruolo e che non tocchi i diritti acquisiti.

Chiediamo la riapertura delle graduatorie a esaurimento. Perché davvero, così non si può andare avanti: ci stanno portando alla esasperazione».

«Serve una soluzione politica - dice, alla delegazione sarda, la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Di Patre - Non si possono licenziare 50mila persone in tutta Italia, e centinaia da noi nel Nuorese. Non lo permetteremo».

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Al concorso per abilitati gli isolani costretti a emigrare
NUORO - Non solo i diplomati magistrali che rischiano di perdere il loro posto da insegnanti alle scuole elementari: in queste settimane, la scuola nuorese e sarda più in generale è agitata anche da un'altra questione decisamente calda. «Si tratta - spiega la vicecoordinatrice nazionale della Gilda, Maria Domenica Di Patre - del prossimo concorso riservato agli insegnanti abilitati, un concorso per il passaggio di ruolo. Gli abilitati sardi sono circa 1500, e una buona parte arrivano anche dalla provincia di Nuoro. Avevamo chiesto da tempo al ministero di permettere ai sardi, visto che i numeri ci sono, di dare la possibilità ai sardi di fare il concorso qui. E invece il ministero ci ha risposto che era impossibile». Ma Maria Domenica Di Patre non è tipa che si arrende facilmente. «Il 3 maggio - dice - durante l'incontro al tavolo del ministero perorerò anche questa causa. Anche la Regione ha promesso di intervenire ma finora non abbiamo ancora visto nulla. E siamo preoccupati anche per gli organici: a Nuoro si parla di una perdita di 70 posti nelle scuole dell'infanzia». (v.g.)

 

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